lunedì 17 settembre 2012

RI-CONCILIANDO!

(Intervista al Vescovo Bettazzi sul Concilio Vaticano II)


Spunti di riflessione sull'importanza del Concilio nella Chiesa, tra passato e attualità: il risultato è una grande intervista ai massimi livelli della vita sociale ed ecclesiale!



martedì 21 agosto 2012

il MAGNIFICAT della VAL SUSA


Ci avevano sempre detto che da queste parti circolano solo bombe carta e manganellate, pietre e lacrimogeni. Una valle di montanari egoisti e contrari al progresso. Ma ora che siamo qui, solo ora capiamo.” UN DOCUMENTO straordinario, una testimonianza dei giovani del Collettivo di Pax Christi.
IL MAGNIFICAT DELLA VAL SUSA

15 agosto 2012, Solennità dell’Assunzione di Maria,
cantiere militarizzato di Chiomonte in Val Susa
 Solo ora capiamo. Solo qui nella cattedrale naturale del bosco di Chiomonte, quando gli accordi delle nostre chitarre si intonano alle mille voci della gente della Val Susa che resiste, comprendiamo cosa significa cantare il Magnificat della liberazione.
Stiamo celebrando con tutta la Chiesa la liturgia del sogno di Dio che attraverso una piccola donna del popolo, Maria, ha vinto quello che l’Apocalisse definisce come un combattimento contro ogni potere che schiaccia e umilia gli uomini.
Ma in questi giorni abbiamo vissuto questo cammino di liberazione attraverso la vita quotidiana di alcune tra le migliaia di abitanti di questa incantevole valle che i poteri economici del nostro Paese, irrimediabilmente legati agli interessi dei politici di tutti gli schieramenti, hanno deciso di violentare e sfigurare con uno dei più sconosciuti e vergognosi scandali: il cosiddetto “TAV”.
Da tempo eravamo stanchi di sentir dipingere questo luogo come una Valle piena di montanari egoisti, nemici del progresso e di giovani esaltati, ma mai avremmo immaginato di essere accolti nelle case e nei presìdi di gente normale, intere famiglie e generazioni, che da più di venti anni non solo si oppongono ad una grande opera inutile, ma che nel tempo hanno anche attivato stili di vita alternativi e più rispettosi del bene comune.
Avevamo letto a più riprese che il TAV va fatto a prescindere da qualsiasi considerazione. Va fatto perché si deve fare. A qualsiasi costo. In nome del progresso. Perchè lo vuole l’Europa. Ma abbiamo incontrato Luca, che ha casualmente scoperto che la sua casa dovrà lasciare il posto ad un’enorme “stazione senza binari”. Abbiamo incontrato un paese che rischia diveder demolite le sue case per un buco nella montagna che servirà solo a moltiplicare malattie e devastazioni, per un nuovo treno che potrebbe correre su binari già esistenti e su cui già viaggia l’alta velocità francese.
Ci avevano sempre detto che da queste parti circolano solo bombe carta e manganellate, pietre e lacrimogeni, esasperazione e odio da entrambe le parti, ma abbiamo conosciuto Gabriella che ci ha portato lì dove il Capitello dei “Cattolici per la Vita della Valle” è divenuto luogo fecondo di autentica preghiera per la pace. Pur non dimenticando gli episodi di violenza gratuita subiti dalla gente, la preghiera pone, perseverante, delle tracce per ricostruire una relazione ‘disumanizzata’, proprio con chi è esecutore di tali azioni.
I media ci hanno sempre fatto credere che le forze dell’ordine devono fronteggiare gli attacchi di masse di violenti attivisti, ma dallo sguardo sofferto e dalla profonda spiritualità del francescano padre Beppe Giunti, abbiamo attinto un’inaspettata testimonianza di resistenza cristiana nonviolenta, sperimentata direttamente. La priorità non è arrivare prima a Parigi, ma chiedersi in quale mondo vogliamo vivere.
In TV abbiamo visto politici di tutti gli schieramenti acconsentire alla messa in atto dell’opera ma, approfondendo il tema e informandoci con alcuni tecnici, abbiamo realizzato che gli interessi che muovono il progetto dell’inutile TAV hanno una natura omertosa. Per fortuna però il Sindaco di Venaus ci ha annunciato che l’intero Consiglio comunale sta fronteggiando le pressioni di quelle  figure politiche/amministrative/economiche che hanno già dimostrato di non muoversi nella legalità e solo per i loro interessi.
Anche la Chiesa ha fatto di tutto per instillarci l’idea che la fede non c’entra nulla con il TAV…ma con i parrocchiani di Condove abbiamo apprezzato la parresia di Don Silvio Bertolo. Il cristiano che guarda a Maria non può essere complice delle ingiustizie del mondo, né ridursi a renderle omaggi e preghiere, ma deve parteggiare per il Dio dei poveri e impegnarsi in un amore ‘politico’ verso di essi, onde contribuire alla liberazione del mondo da ogni ingiustizia.

Un solo, appassionato invito riceviamo da questa gente così semplice e normale, mite e paziente, accogliente e tenace, e soprattutto enormemente distante da quegli stereotipi che la TV ha deciso di mostrarci ogni volta che accende le sue telecamere in Val Susa: diffidate della falsità, dell’ignoranza e dell’ipocrisia di ciò che ci raccontano. Cercate tutte le informazioni su questo progetto di cui non  ci sarà bisogno nemmeno nel 2035.
Ma oggi, per rispondere coscientemente alle provocazioni di questa liturgia dell’Assunzione, non possiamo astenerci dal far eco al canto di Maria che, piena di stupore, vede che Dio “ha rovesciato i potenti dai troni”, e quando le nostre chitarre avranno eseguito il canto finale, inizierà per noi il tempo di un nuovo impegno politico, dagli accordi eversivi, come cantava don Tonino:

Maria, donna di parte, che con il Magnificat hai fatto una precisa scelta di campo, decidendo di giocare con la squadra che perde, e hai preso posizione in favore degli offesi di tutti i tempi, di tutti coloro che non contano nulla davanti agli occhi della storia. Liberaci dall’indifferenza di fronte all’ingiustizia e a chi la compie. Obbligaci a uscire allo scoperto.
Noi ti preghiamo anche per la Chiesa di Dio, Aiutala a uscire dalla sua pavida neutralità. Dalle la fierezza di riscoprirsi coscienza critica delle strutture di peccato e mettile sulle labbragli accordi eversivi del Magnificat. (Don Tonino Bello)
Il Collettivo Giovani di Pax Christi Italia
per contatti: Carla carlabagno@inwind.it 3477192361

lunedì 23 aprile 2012

2 Giugno: SCRIVI ANCHE TU: Ripudiamo la guerra

dal sito di Pax Christi (22/04/2012)

ANCHE TU puoi far sentire la tua contestazione alla PARATA MILITARE del 2 giugno. Anche tu scrivi al Presidente della Repubblica per chiedere di restituire al 2 Giugno la forza dirompente e smilitarizzata della nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra. Dal convegno di Pietralba è stata inviata questa prima lettera. Riscrivila personalmente, con il tuo gruppo e comunità, spediscila al Presidente della Repubblica e alle autorità civili della tua città, sindaco, prefetto, consiglieri, deputati, affinchè sostengano questa nostra proposta nelle sedi istituzionali. Diffondi la tua/vostra lettera ai media locali e per raccoglierle e pubblicarle tutte, inviala a info@paxchristi.it

  2 GIUGNO, RIPUDIAMO LA GUERRA

Lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

La pace è l’unico valore veramente rivoluzionario, diceva Turoldo, perché costringe a ripensare tutte le categorie del vecchio mondo che è stato costruito sulle macerie delle guerre. E Balducci, rivolgendosi ai cristiani, ricordava che una chiesa veramente evangelica deve essere come un’obiezione di coscienza piantata da Dio nella carne viva del mondo.
Essere costruttori di pace oggi significa obiettare al sistema di guerra e alle spese militari che la guerra rendono possibile.  Noi vogliamo essere cittadini obbedienti alla Costituzione italiana,

lunedì 9 aprile 2012

Croci collettive

Miei cari fratelli,

mi era venuta in mente l’idea di intitolare questa lettera così: “L’Internazionale della Croce”. Ma poi l’ho scartata. Prima di tutto, perchè poteva apparire solo una bella frase ad effetto. E poi perchè temevo che evocasse spettri di chi sa quali contaminazioni. La frase, però, mi sarebbe servita tantissimo per far comprendere una verità fondamentale: che non c’è solo la Croce mia, la sofferenza tua, il dolore di Angela, la tragedia di Franco, l’agonia dei singoli. C’è anche una croce collettiva.
C’è anche una sofferenza comune. C’è anche un dolore di classi. C’è anche una tragedia di popoli. C’è anche un’agonia di gruppi umani ben definiti.
E per poco che uno, da un terrazzo del Calvario, si metta a contemplare il panorama sottostante, gli è dato sentire non solo l’affanno dei malati, il pianto dei delusi, il gemito degli sfortunati che arrancano sui tornanti del Golgota.
Ma gli toccherà giù, alle pendici del colle, Croci enormi che ondeggiano sospinte da folle sterminate di oppressi. Lì c’è la Croce dei paesi del Quarto Mondo condannati allo sterminio per fame. Accanto, avanza la croce sostenuta da una turba, incredibilmente privata dei diritti fondamentali dell’uomo, su cui grava la congiura del silenzio. Più in fondo si intravede il patibolo di intere popolazioni considerate marginali dalle grandi potenze, e destinate cinicamente al genocidio.
Ecco lì la croce dei “desaparecidos”. Ecco quella degli abitanti di Haiti. Ecco quella dei massacrati del Guatemala. Ecco la croce che schiaccia la schiena delle popolazioni afgane. Ecco quella trascinata dalle tribù violente dell’Iran. Più in là la croce dei dissidenti dell’Est, che copre, con la sua ombra, interminabili campi di concentramento, squallide prigioni e lontanissime terre di esilio. Poi sotto gli occhi, ecco la croce delle grandi masse di tutta la Terra discriminate dalle leggi razziali del mercato. Condannate dalle centrali del Capitalismo mondiale, a non risollevarsi mai, a rimanere sempre subalterne, a diventare sempre più schiave, sempre più umiliate, sempre più offese.
Miei cari fratelli, non fate lo sbaglio di dire che il vostro Vescovo sta facendo politica solo perchè cerca di distogliervi da un certo “uso intimistico” della Croce, o da una visione “formato personale” della via del Calvario. Non accusatelo d’inquinare l’atmosfera quaresimale con ingredienti poco ascetici sol perchè tenta di sottrarvi al consumo troppo domestico della Passione di Gesù. Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, ma deve anche staccare tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati ad un compito della portata storica senza precedenti:”Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi”.
Pertanto, non solo dobbiamo lasciare “il belvedere” delle nostre competizioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare con coraggio ed intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.
In oscure centrali della terra ci sono dei Cagliostri che con alchimie macabre di potere confezionano per noi croci sintetiche che addossano poi sulle masse sterminate di poveri.
Per noi, oggi, essere fedeli alla Croce di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, significa disintegrare queste fucine di morte e distruggere tutte le agenzie periferiche di questi arsenali di giustizia planetaria.
E forse non c’è bisogno di andare troppo lontano per scovarle. Perchè piccole succursali di queste botteghe, veramente oscure, dove si confezionano croci collettive, esistono anche nelle nostre città.

Con grande Speranza. Vostro. Don Tonino Bello.

BUONA PASQUA A TUTTI.