giovedì 29 settembre 2011

Miseria della crescita e crescita della miseria

di Guido Viale
La crescita (che non c'è e, dove c'era, svanisce) è trattata sempre più come un obbligo. Ma quella di cui si parla è solo una crescita contabile (del Pil), finalizzata a riequilibrare i rapporti tra deficit - e debito - e Pil con un aumento del denominatore (Pil) e non solo con una riduzione dei numeratori (deficit e debito). Il tutto soprattutto per «rassicurare i mercati». Dalla crescita ci si attende anche un aumento dei redditi tassabili (non tutti i redditi lo sono, o lo sono nella stessa misura: alcuni, per legge; altri, per violazione della legge) e, quindi, delle entrate dello Stato, rendendo più facile il pareggio di bilancio (assurto al rango di obbligo costituzionale) e, forse, anche una riduzione del debito (anch'essa resa obbligatoria dal cosiddetto patto euro-plus). Tuttavia meno spesa e più entrate non bastano a garantire il pareggio; non è detto che l'avanzo primario programmato (il surplus delle entrate sulle spese) sia compatibile con l'andamento dei tassi. Così gli interessi si accumulano in nuovo debito, una spirale, in contesti di deflazione come questo, senza fine.

domenica 25 settembre 2011

La mozione finale della Marcia Perugia-Assisi

A conclusione della Perugia-Assisi, che abbiamo convocato a cinquant’anni dalla prima Marcia organizzata il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, vogliamo lanciare un nuovo appello per la pace e la fratellanza dei popoli.
 
Lo facciamo richiamando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che proclama: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
 
La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l’agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare “tutti i diritti umani per tutti” a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica il principio dell’interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani – civili, politici, economici, sociali e culturali – e ridefinire la cittadinanza nel segno dell’inclusione. L’agenda politica dei diritti umani comporta che nei programmi dei partiti e dei governi ciascun diritto umano deve costituire il capoverso di un capitolo articolato concretamente in politiche pubbliche e misure positive.
 
Il nostro appello per la pace e la fratellanza dei popoli contiene alcuni principi, proposte e impegni:

venerdì 23 settembre 2011

Marcia Perugia-Assisi. E i cattolici dove sono?


Domenica vi sarà la Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli Perugia-Assisi a 50 anni dalla sua istituzione. Da 50 anni stessa data alle stesse ore. Le prenotazioni negli alberghi umbri fioccano da tutta Italia. Molti pullman arriveranno nella notte o all’alba. L’iniziativa “1000 giovani per la pace” inizia con una mastodontica bugia: non saranno 1000, ma 4000. Sono i giovani che l’Italia continua a ignorare e che domani e dopodomani daranno vita al Meeting che si svolgerà a Bastia Umbra (PG). Centinaia di comuni e province sfileranno con i propri gonfaloni come richiesto dal quel padre della nonviolenza che fu (ed è) Aldo Capitini. RaiTre farà una diretta di due ore. Parola di Bianca Berlinguer: ore 8.45. Ottimo materiale per un futuro documentario su “La storia siamo noi”. Saremo presenti con decine di altre organizzazioni per dire NO ai caccia F35!. A caratteri cubitali.
Bene. Ma mentre l’Italia giovane, vera, solidale, a testa alta che resiste si dà appuntamento nei giardini del Frontone per attraversare strade, campi, piazze sin su alla Rocca di Assisi, alcuni dei seguaci di San Francesco si barricano nei cenacoli. Vediamoli assieme.
Non certo le ACLI che, non solo hanno indetto un concorso grafico “Io manifesto la pace” per ribadire – come spiega Alfredo Cucciniello, responsabile nazionale del Dipartimento pace e stili di vita delle Acli nazionali – che “sulla pace le Acli ci sono e ci saranno sempre con impegno e passione”, ma hanno anche promosso sabato 24 settembre a Perugia, "Planetaria" come occasione di accoglienza per chi partecipa alla Marcia della Pace e momento di approfondimento sui temi della pace e della non violenza.

martedì 13 settembre 2011

Sui sentieri della Speranza


È un campo “eruttivo” quello che ha vissuto il Collettivo di pax Christi a Catania: un campo che ha fatto incontrare noi giovani provenienti da tutta Italia (e non solo) con le esperienze di lotta e di impegno catanesi. Un campo che ci ha fatto conoscere il sapore della profezia attraverso gli scritti di don Tonino Bello e calcare i sentieri della Speranza di un Sud diverso…
L’antimafia e non solo
Le testimonianze del gruppo catanese di Libera, dell’associazione Città Insieme e dei ragazzi di Addio Pizzo ci inseriscono nel pieno dell’impegno anti-mafia della città etnea. Incontriamo una Catania che denuncia le connivenze delle alte sfere della politica con il potere mafioso, che protesta contro il silenzio di un’informazione strozzata dal monopolio e inaccessibile alla società civile, che si mette in gioco in prima persona organizzando ogni anno una manifestazione cittadina in ricordo delle vittime di mafia, che si ingegna creando una rete di commercianti decisi a non pagare il pizzo.
Facciamo causa comune con un Sud che fa memoria dei suoi eroi ma è allergico alla retorica delle celebrazioni ufficiali, perché non sopporta l’ipocrisia di chi prima abbandona e poi commemora. Veniamo a conoscenza delle difficoltà del contrasto alla mafia nella Sicilia orientale, dove ancora si preferisce il silenzio alla denuncia e dove la cultura sociale non ha ancora fatto quel passo in avanti registrato a Palermo dopo la stagione delle stragi e che ha significato uno scollamento “affettivo” tra mafia e società: è una Catania che ancora preferisce pensare che la mafia non esista e dove l’impegno della magistratura è ancora troppo carente. Ma non leggiamo nessuna rassegnazione negli occhi dei testimoni che incontriamo: è infatti dalla loro presa di coscienza dei problemi del territorio che è scaturita l’opportunità di organizzare l’azione di cui sono protagonisti.

sabato 10 settembre 2011

Cile, 11 settembre: l’onda di indignados fa tremare Piñera


Sono ormai giunti a quattro i mesi di incessanti proteste messi in atto dagli studentiindignados cileni, che senza sosta stanno riempiendo le strade della capitale Santiago e delle altre città del paese, al grido di “sull’istruzione non si lucra”.
Tutto iniziò nel maggio di quest’anno, quando i primi a scendere nelle piazze furono gli attivisti del movimento ambientalista, in marcia contro la costruzione in Patagonia delle cinque megacentrali del Progetto HidroAysén. L’onda del successo di quella manifestazione diede coraggio ad un nutrito gruppo di studenti, quindicimila per la precisione, i primi di quell’onda che da quel giorno in poi avrebbero paralizzato il Cile, mettendo sotto scacco il contestatissimo Presidente Sebastián Piñera.
Col passare delle settimane l’onda si è convertita in tsunami, tanto che quella messa oggi in atto nel paese sudamericano è stata definita la più grande contestazione popolare dalla fine della dittatura di Pinochet nel 1990.
Punti cardine della protesta: istruzione pubblica, senza speculazioni e di qualità. Proprio in Cile, fiore all’occhiello del miracolo economico latino, paese all’avanguardia come pochi nel campo dell’istruzione, con atenei in grado di attirare studenti da tutto il continente e professori formatisi nelle migliori università degli Stati Uniti. Secono l’OCSE, il livello d’istruzione cileno è il più alto di tutto il Sudamerica. Eppure, il trucco c’è. E si vede. Soprattutto nelle tasche di chi si immatricola. L’Università in Cile è la seconda più cara del mondo dopo quella americana. Per studiare (ossia, per esercitare un diritto, non per soddisfare un capriccio) la grande maggioranza della famiglie ricorre al debito, rimpinguando le casse degli istituti di credito. Funziona come un mutuo e ha più o meno la stessa durata. Chi finisce l’università si trova davanti 15-20 anni di rate da pagare. Molti sono costretti ad abbandonare gli studi in corso, per l’impossibilità di far fronte al debito accumulato.

domenica 4 settembre 2011

da Kabul, anche Pax Christi, con le vittime di una guerra infinita

Dietro ad ogni guerra c’è il dolore incommensurabile di tanta gente comune senza volto né storia. Cosa sappiamo noi degli afgani che ancora oggi sono intrappolati nella guerra? Cosa sappiamo noi del loro dolore e delle loro sofferenze quotidiane? A dieci anni dall’11 settembre ho deciso di andare a Kabul per incontrare le vittime di questa tragedia infinita. Ci vado con uno dei familiari delle vittime americane dell’attentato alle Torri Gemelle e un gruppo di amici della Tavola della pace. Insieme vogliamo compiere un gesto di solidarietà e di vicinanza nei confronti di un popolo martoriato dalla guerra e dall’assurda pretesa di fermarla con un’altra guerra.
Dieci anni fa gli avevamo promesso libertà e democrazia e abbiamo finito con l’aggiungere altra violenza, altro dolore, altri lutti. Il metro per misurare l’immenso disastro provocato dall’11 settembre e da questi dieci anni di “guerra al terrorismo” probabilmente non è ancora stato inventato ma agli afgani non serve. Abbiamo pianto i morti di New York, piangiamo ogni volta che uno dei nostri soldati torna a casa avvolto nel tricolore: non possiamo ignorare il dolore straziante degli afgani e degli iracheni che per lungo tempo continueranno a soffrire le conseguenze delle nostre decisioni più scellerate. Parliamo di oltre 225.000 persone uccise e di centinaia di migliaia di corpi feriti e mutilati.

venerdì 2 settembre 2011

Una manovra incostituzionale e contro i referendum, il Forum dei Movimenti per l'Acqua si mobilita


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COMUNICATO STAMPA
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua sarà in campo, nei prossimi giorni, per contrastare l'approvazione di una manovra economica iniqua e sbagliata. Una manovra che non solo colpisce pesantemente le fasce più deboli della popolazione, ma attacca anche i principi costituzionali fondamentali, da quelli relativi al mondo del lavoro fino alla stessa democrazia, esercitata a giugno dalle italiane e dagli italiani attraverso lo strumento referendario. Il provvedimento ripropone infatti, all'art. 4, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, disconoscendo di fatto i risultati referendari con cui, in modo netto e chiaro, il popolo italiano ha detto no alla cessione al mercato dei beni comuni e no ai profitti sull'acqua. In questo modo si calpesta la forte domanda di partecipazione alla vita politica del paese che è venuta dai referendum del 12 e 13 giugno.
Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, come ha sempre fatto e sulla base delle modalità con cui il si relaziona con le organizzazioni sindacali, parteciperà sia allo sciopero generale indetto per il 06 settembre dalla CGIL che a quello indetto nella stessa giornata dai sindacati di base (USB, Slaicobas, ORSA, Cib-Unicobas, Snater, SICobas, USI).
Inoltre il popolo dell'acqua sarà in piazza il 7 settembre con proprie mobilitazioni, a Roma sotto il Senato e nei territori sotto le prefetture, per dire a gran voce che sui referendum e acqua indietro non si torna!

Roma, 2 settembre 2011