lunedì 23 aprile 2012

2 Giugno: SCRIVI ANCHE TU: Ripudiamo la guerra

dal sito di Pax Christi (22/04/2012)

ANCHE TU puoi far sentire la tua contestazione alla PARATA MILITARE del 2 giugno. Anche tu scrivi al Presidente della Repubblica per chiedere di restituire al 2 Giugno la forza dirompente e smilitarizzata della nostra Repubblica, fondata sul lavoro e sul ripudio della guerra. Dal convegno di Pietralba è stata inviata questa prima lettera. Riscrivila personalmente, con il tuo gruppo e comunità, spediscila al Presidente della Repubblica e alle autorità civili della tua città, sindaco, prefetto, consiglieri, deputati, affinchè sostengano questa nostra proposta nelle sedi istituzionali. Diffondi la tua/vostra lettera ai media locali e per raccoglierle e pubblicarle tutte, inviala a info@paxchristi.it

  2 GIUGNO, RIPUDIAMO LA GUERRA

Lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

La pace è l’unico valore veramente rivoluzionario, diceva Turoldo, perché costringe a ripensare tutte le categorie del vecchio mondo che è stato costruito sulle macerie delle guerre. E Balducci, rivolgendosi ai cristiani, ricordava che una chiesa veramente evangelica deve essere come un’obiezione di coscienza piantata da Dio nella carne viva del mondo.
Essere costruttori di pace oggi significa obiettare al sistema di guerra e alle spese militari che la guerra rendono possibile.  Noi vogliamo essere cittadini obbedienti alla Costituzione italiana,

lunedì 9 aprile 2012

Croci collettive

Miei cari fratelli,

mi era venuta in mente l’idea di intitolare questa lettera così: “L’Internazionale della Croce”. Ma poi l’ho scartata. Prima di tutto, perchè poteva apparire solo una bella frase ad effetto. E poi perchè temevo che evocasse spettri di chi sa quali contaminazioni. La frase, però, mi sarebbe servita tantissimo per far comprendere una verità fondamentale: che non c’è solo la Croce mia, la sofferenza tua, il dolore di Angela, la tragedia di Franco, l’agonia dei singoli. C’è anche una croce collettiva.
C’è anche una sofferenza comune. C’è anche un dolore di classi. C’è anche una tragedia di popoli. C’è anche un’agonia di gruppi umani ben definiti.
E per poco che uno, da un terrazzo del Calvario, si metta a contemplare il panorama sottostante, gli è dato sentire non solo l’affanno dei malati, il pianto dei delusi, il gemito degli sfortunati che arrancano sui tornanti del Golgota.
Ma gli toccherà giù, alle pendici del colle, Croci enormi che ondeggiano sospinte da folle sterminate di oppressi. Lì c’è la Croce dei paesi del Quarto Mondo condannati allo sterminio per fame. Accanto, avanza la croce sostenuta da una turba, incredibilmente privata dei diritti fondamentali dell’uomo, su cui grava la congiura del silenzio. Più in fondo si intravede il patibolo di intere popolazioni considerate marginali dalle grandi potenze, e destinate cinicamente al genocidio.
Ecco lì la croce dei “desaparecidos”. Ecco quella degli abitanti di Haiti. Ecco quella dei massacrati del Guatemala. Ecco la croce che schiaccia la schiena delle popolazioni afgane. Ecco quella trascinata dalle tribù violente dell’Iran. Più in là la croce dei dissidenti dell’Est, che copre, con la sua ombra, interminabili campi di concentramento, squallide prigioni e lontanissime terre di esilio. Poi sotto gli occhi, ecco la croce delle grandi masse di tutta la Terra discriminate dalle leggi razziali del mercato. Condannate dalle centrali del Capitalismo mondiale, a non risollevarsi mai, a rimanere sempre subalterne, a diventare sempre più schiave, sempre più umiliate, sempre più offese.
Miei cari fratelli, non fate lo sbaglio di dire che il vostro Vescovo sta facendo politica solo perchè cerca di distogliervi da un certo “uso intimistico” della Croce, o da una visione “formato personale” della via del Calvario. Non accusatelo d’inquinare l’atmosfera quaresimale con ingredienti poco ascetici sol perchè tenta di sottrarvi al consumo troppo domestico della Passione di Gesù. Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, ma deve anche staccare tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati ad un compito della portata storica senza precedenti:”Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi”.
Pertanto, non solo dobbiamo lasciare “il belvedere” delle nostre competizioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare con coraggio ed intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.
In oscure centrali della terra ci sono dei Cagliostri che con alchimie macabre di potere confezionano per noi croci sintetiche che addossano poi sulle masse sterminate di poveri.
Per noi, oggi, essere fedeli alla Croce di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, significa disintegrare queste fucine di morte e distruggere tutte le agenzie periferiche di questi arsenali di giustizia planetaria.
E forse non c’è bisogno di andare troppo lontano per scovarle. Perchè piccole succursali di queste botteghe, veramente oscure, dove si confezionano croci collettive, esistono anche nelle nostre città.

Con grande Speranza. Vostro. Don Tonino Bello.

BUONA PASQUA A TUTTI.

sabato 7 aprile 2012

Via libera a 90 F35 costeranno 10 miliardi di euro

La crisi pesa sui soliti noti che devono rinunciare a pensioni, ammortizzatori sociali, diritti sul lavoro. Il soldi per "il militare" invece ci sono e non c'è crisi economica che tenga. Un affare per i privati uno spreco per le casse pubbliche, Monti ha solo ridotto il numero dei caccai da acquistare da 131 a 90. Un bello sforzo

Monti, con sostegno bipartisan, si è limitato a ridurre da 131 a 90 il numero dei caccia da acquistare
La crisi economica, ha documentato il Censis, ha colpito in Italia soprattutto i giovani, un milione dei quali ha perso il lavoro negli ultimi tre anni. Tranquilli, perché al loro futuro ci pensa la Lockheed Martin: «Proteggere le generazioni di domani - assicura nella sua pubblicità - significa impegnarsi per la quinta generazione di oggi». Si riferisce all'F-35 Lightning II, «l'unico velivolo di quinta generazione in grado di garantire la sicurezza delle nuove generazioni».
Sono stati dunque lungimiranti i governi che hanno deciso di far partecipare l'Italia alla realizzazione di questo caccia (prima denominato Joint Strike Fighter) della statunitense Lockheed Martin. Con il sostegno di uno schieramento bipartisan, il primo memorandum d'intesa venne firmato al Pentagono nel 1998 dal governo D'Alema; il secondo, nel 2002, dal governo Berlusconi; il terzo, nel 2007, dal governo Prodi. E nel 2009 è stato di nuovo un governo Berlusconi a deliberare l'acquisto di 131 caccia che, a onor del vero, era già stato deciso dal governo Prodi. L'Italia partecipa al programma dell'F-35 come partner di secondo livello, contribuendo allo sviluppo e alla costruzione del caccia. E ora arriva il governo «tecnico» di Monti a confermare tutto con il ministro-ammiraglio Di Paola. Vi sono impegnate oltre venti industrie: Alenia Aeronautica, Galileo Avionica, Datamat e Otomelara di Finmeccanica e altre tra cui la Piaggio. Negli stabilimenti Alenia verranno prodotte oltre mille ali dell'F-35. Presso l'aeroporto militare di Cameri (Novara) sarà realizzata una linea di assemblaggio e collaudo dei caccia per i paesi europei, che verrà poi trasformata in centro di manutenzione, revisione, riparazione e modifica. A tale scopo sono stati stanziati oltre 600 milioni di euro, presentandolo come un grande affare per l'Italia. Ma non si dice quanto verranno a costare i pochi posti di lavoro creati in questa industria bellica. Non si dice che, mentre i miliardi dei contratti per l'F-35 entreranno nelle casse di aziende private, i miliardi per l'acquisto dei caccia usciranno dalle casse pubbliche.
Spesa militare: 25 miliardi
Per partecipare al programma, l'Italia si è impegnata a versare un miliardo di euro, cui si aggiungerà la spesa per l'acquisto ora di 90 F-35 (inizialmente ne erano previsti 131). Allo stato attuale, essa può essere quantificata in oltre 10 miliardi di euro. Va inoltre considerato che l'aeronautica sta acquistando anche un centinaio di caccia Eurofighter Typhoon, costruiti da un consorzio europeo, il cui costo attuale è quantificabile anche questo in oltre 10 miliardi di euro. E, come avviene per tutti i sistemi d'arma, l'F-35 verrà a costare più del previsto.

venerdì 6 aprile 2012

Gesù è condannato a morte


Signore, è troppo tardi per tacere, hai parlato troppo; è troppo tardi per lasciarTi fare, Ti sei battuto troppo. 
Non eri neppure ragionevole, esageravi, Ti doveva capitare.
Hai trattato la gente per bene da razza di vipere.
Hai detto loro che il loro cuore era simile a sepolcri imbiancati pieni d'ogni marciume sotto belle apparenze,
Hai abbracciato i lebbrosi putridi,
Hai parlato sfrontatamente con volgari stranieri,
Hai mangiato con peccatori notori, e hai detto che avrebbero preceduto gli altri nel regno dei cieli,
Ti sei compiaciuto con i poveri, i pidocchiosi, gli storpi,
Non sei stato un uomo osservante dei regolamenti religiosi,
Hai voluto interpretare la Legge e ridurla ad un solo piccolo comandamento: amare.
Adesso si vendicano.
Hanno fatto dei passi contro di Te presso le autorità, e vengono presi provvedimenti.

Signore, io so che se cercherò di vivere un po' come Te sarò condannato.
Ho paura.

Già mi si segna col dito;
Alcuni sorridono, altri scherniscono, alcuni si scandalizzano e parecchi miei amici mi stanno per tradire. Ho paura di fermarmi per istrada,
Ho paura di ascoltare la saggezza degli uomini,
Mormora: bisogna andare avanti adagio, non si deve prendere tutto alla lettera, è meglio scendere a compromessi con l'avversario...
Eppure, o Signore, so che Tu hai ragione.

Aiutami a lottare,
Aiutami a parlare,
Aiutami a vivere il Tuo Vangelo,
Fino alla fine,
Fino alla follia,
La follia della Croce. 

Michel Quoist (1921)

mercoledì 4 aprile 2012

Dittatura della finanza, una sfida per la Chiesa di base

di padre Alex Zanotelli, da globalist.it

L'Europa come l'Italia è prigioniera di banche e banchieri. E' il trionfo della finanza o meglio del Finanzcapitalismo come Luciano Gallino lo definisce :"Il finanzcapitalismo è una mega-macchina, che è stata sviluppata nel corso degli ultimi decenni, allo scopo di massimizzare e accumulare sotto forma di capitale e insieme di potere, il valore estraibile sia del maggior numero di esseri umani sia degli eco-sistemi".

Estrarre valore è la parola chiave del Finanzcapitalismo che si contrappone al produrre valore del capitalismo industriale, che abbiamo conosciuto nel dopoguerra. E' un cambiamento radicale del Sistema!

Il cuore del nuovo Sistema è il Denaro che produce Denaro e poi ancora Denaro. Un Sistema basato sull'azzardo morale, sull'irresponsabilità del capitale, sul debito che genera debito. E' la cosiddetta "Finanza creativa", con i suoi 'pacchetti tossici' dai nomi più strani (sub-prime, derivati, futuri, hedge-funds...) che hanno portato a questa immensa bolla speculativa che si aggira, secondo gli esperti, sul milione di miliardi di dollari! Mentre il PIL mondiale si aggira sui sessantamila miliardi di dollari. Un abisso separa quei due mondi:il reale e lo speculativo. La finanza non corrisponde più all'economia reale. E' la finanziarizzazione dell'economia.

Per di più le operazioni finanziarie sono ormai compiute non da esseri umani, ma da algoritmi, cioè da cervelloni elettronici che, nel giro di secondi, rispondono alle notizie dei mercati. Nel 2009 queste operazioni, che si concludono nel giro di pochi secondi, senza alcun rapporto con l'economia reale, sono aumentate del 60% del totale. L'import-export di beni e servizi nel mondo è stimato intorno ai 15.000 miliardi di dollari l'anno. Il mercato delle valute ha superato i 4.000 miliardi al giorno: circolano più soldi in quattro giorni sui mercati finanziari che in un anno nell'economia reale. E' come dire che oltre il 90% degli scambi valutari è pura speculazione.

Penso che tutto questo cozza radicalmente con la tradizione delle scritture ebraiche radicalizzate da Gesù di Nazareth. Un insegnamento, quello di Gesù, che, uno dei nostri migliori moralisti, don Enrico Chiavacci, nel suo volume Teologia morale e vita economica, riassume in due comandamenti, validi per ogni discepolo: "Cerca di non arricchirti " e "Se hai, hai per condividere."

Da questi due comandamenti, Chiavacci ricava due divieti etici: "divieto di ogni attività economica di tipo esclusivamente speculativo" come giocare in borsa con la variante della speculazione valutaria e "divieto di contratto aleatorio". Questo ultimo, Chiavacci lo spiega così: "Ogni forma di azzardo e di rischio di una somma, con il solo scopo di vederla ritornare moltiplicata, senza che ciò implichi attività lavorativa, è pura ricerca di ricchezza ulteriore. "Ne consegue che la filiera del gioco, dal 'gratta e vinci' al casinò è immorale.

Tutto questo, sostiene sempre Chiavacci, "cozza contro tutta la cultura occidentale che è basata sull'avere di più. Nella cultura occidentale la struttura economica è tale che la ricchezza genera ricchezza".

Noi cristiani d'Occidente dobbiamo chiederci cosa ne abbiamo fatto di questo insegnamento di Gesù in campo economico-finanziario. Forse ha ragione il gesuita John Haughey quando afferma: "Noi occidentali leggiamo il vangelo come se non avessimo soldi e usiamo i soldi come se non conoscessimo nulla del Vangelo. "Dobbiamo ammettere che come chiese abbiamo tradito il Vangelo, dimenticando la radicalità dell'insegnamento di Gesù: parole come "Dio o Mammona", o il comando al ricco: "Va, vendi quello che hai e dallo ai poveri'".