venerdì 20 gennaio 2012

Giovani da ascoltare non indottrinare. La Marcia e il Convegno di fine anno


di Eleonora Gallo (per il Collettivo di Pax)
Intensa ed emozionante la 44° Marcia della Pace del 31 dicembre 2011.
Quest’anno abbiamo percorso le strade della città di Brescia, accompagnando con i nostri passi un altro anno alla sua conclusione.
E così, camminando tra le luci del Natale appena celebrato e quelle della festa dell’ultimo dell’anno che brillavano in centro città, tappa dopo tappa abbiamo ricordato eventi e persone che raccontano la storia di ieri e di oggi di Brescia e quindi dell’Italia tutta.
Ci siamo fermati nella centrale e bellissima Piazza della Loggia dove abbiamo ascoltato la registrazione audio del momento in cui è scoppiata la bomba che ha provocato la morte di 8 persone. Mentre Franco Castrezzati, sindacalista della CISL, ricordava che la nostra Costituzione vieta la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del partito fascista e denunciava il fatto che, nonostante ciò, nella politica italiana uomini che erano stati ferventi esponenti del fascismo ricoprivano ancora cariche politiche, come quella di capi di partito, una bomba scoppiò provocando 8 morti e 102 feriti.
Terribile questa testimonianza dell’attentato terroristico e della strage provocata e commovente la distesa di fiori deposti subito dopo da ognuno di noi sotto la lapide delle vittime: al centro bianchi per le persone morte e attorno colorati per tutti coloro che non dimenticano.
Poco lontano da questo luogo, così denso di storia e sofferenza, il lungo fiume umano dei marciatori si è fermato ancora. Questa volta in un luogo nello stesso tempo centrale e degradato: il carcere di Canton Mombello. Uno dei pochi in Italia ad essere ancora presente nel centro della città e a costringere i detenuti a vivere in 8 in una cella di 14 mq. Condizioni inumane che non possono essere accettate. Mentre pregavamo davanti al carcere, dalle finestre i detenuti si affacciavano: per un po’ c’è stato un susseguirsi reciproco di saluti e auguri di Buon Anno. Poi insieme a tutti gli altri ho ripreso la marcia, un po’ pensierosa… difficile lasciare quelle mani e quelle voci alle spalle, quasi abbandonandole ad un inesorabile destino. Non resta che sperare che presto qualcuno ascolti la loro voce e che il 2012 porti maggiore giustizia e dignità per le loro condizioni di vita.
Passato e presente, quindi, si sono susseguiti in questa marcia nel cuore del contraddittorio Nord Italia. Brescia è una città ricca e industrializzata, dove purtroppo si continua ad investire moltissimo sul commercio di armi e dove i lavoratori, in particolare stranieri, vengono sfruttati, violando il loro diritto ad un lavoro regolare e dignitoso. Per questo, non abbiamo perso l’occasione di ricordare le proteste dei lavoratori saliti sulla gru e di denunciare la politica di chi continua a promuovere la produzione di armi, strumenti di morte che ci rendono responsabili delle perdite di molti civili innocenti in molti dei conflitti conclusi e attualmente in corso nel mondo.
La convinzione che ci guiderà nel corso di questo Nuovo Anno è che giustizia e pace non violenta non devono rimanere solo belle parole e si possono realizzare solo se concretamente le mettiamo in pratica nella nostra vita di tutti i giorni.
Marcia di Fine Anno

martedì 17 gennaio 2012

No allo scippo dei referendum. 20mila firme all'appello.


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COMUNICATO STAMPA
No allo scippo dei referendum, 20mila firme all'appello del Forum.
Tra i firmatari Stefano Rodotà, Dario Fo, Don Gallo, Gino Strada e molti altri
Quasi ventimila firme in poche ore sono state raccolte dal Forum Italiano dei movimenti per l'acqua a sostegno dell'appello in difesa dei referendum. Tra i primi firmatari personaggi del mondo della cultura, del diritto e dello spettacolo tra cui Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Luca Nivarra, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Vecchioni, Gaetano Azzariti, Alberto Lucarelli, Riccardo Petrella, Maurizio Pallante, Valerio Mastandrea, Pietro Sermonti, Gino Strada, Marco Paolini, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Padre Alex Zanotelli.
L'appello, pubblicato su www.acquabenecomune.org, chiede al governo Monti di abbandonare la strada delle liberalizzazioni per quanto riguarda il servizio idrico. Con l'articolo 20 della bozza di decreto che verrà licenziato giovedì 19 gennaio dal Consiglio dei Ministri, infatti, si attaccano direttamente i risultati del referendum di giugno e la volontà di 26 milioni di cittadini. Si tenta di ostacolare definitivamente le gestioni dirette degli enti locali attraverso enti di diritto pubblico quali le aziende speciali. Un attacco diretto alle esperienze come quella del Comune di Napoli per evitarne la proliferazione sul territorio nazionale.
Il voto – si legge nell'appello - ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti. (…) Nessuna esigenza di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano”.
Il Forum Italiano dei movimenti per l'acqua metterà in campo, nei prossime giorni,una serie di iniziative dislocate su tutto il territorio nazionale per chiedere al Governo Monti di interrompere immediatamente la strada della privatizzazione del servizio idrico. Il Forum rinnova per l'ennesima volta la richiesta di un incontro immediato con il Primo Ministro Mario Monti.
Roma, 16 gennaio 2012

mercoledì 4 gennaio 2012

Il Collettivo dei giovani di Pax Christi alla marcia della pace di Brescia (31/12/2011)

Qui di seguito pubblichiamo il documento che abbiamo preparato e letto alla Marcia della Pace di Brescia il 31/12/2011. Il documento è stato letto all'interno della Chiesa di San Faustino, che ha un significato particolare per Brescia, perché è la chiesa che sta sotto alla famosa gru dove alcuni immigrati sono saliti in segno di protesta fra il 30 ottobre e il 15 novembre 2010 per rivendicare i loro diritti e affermare la loro dignità di persone. In quell'occasione la chiesa di San Faustino è stata vicina ai manifestanti e i sacerdoti hanno aperto le porte della chiesa accogliendo quanti avevano bisogno. Ecco il testo del documento:


Come Collettivo dei Giovani di Pax Christi e come credenti siamo contenti di partecipare a questa marcia in occasione della 44° Giornata Mondiale della Pace che dà particolare rilievo ai temi del disarmo globale e di un’economia di giustizia e di pace. 
Il Collettivo di Pax Christi è un gruppo di giovani provenienti da diverse città d’Italia, interessati ad approfondire tematiche politiche, sociali, economiche ed etiche alla luce dei valori cristiani. A tal fine, durante l’anno, organizziamo alcuni incontri aperti a tutti in cui testimoni, da noi invitati, ci aiutano nella nostra formazione e nella riflessione su questi temi.
Cogliamo con piacere l’occasione di riflettere insieme su ciò che siamo e su ciò che proponiamo a partire dal Messaggio del Papa “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”, che si rivolge in modo universale a tutti i giovani.
Alcune tematiche suggerite dal Papa coincidono proprio con quanto abbiamo cercato di approfondire nei nostri incontri.
Innanzitutto, il tema della speranza, spesso frainteso. Chi spera, infatti, potrebbe essere considerato un ingenuo, un sognatore, una persona che manca di concretezza. Al contrario, come dice Don Tonino Bello, noi crediamo che: “Chi spera cammina: non fugge. Si incarna nella storia, non si aliena. Costruisce il futuro, non lo attende soltanto. Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. Cambia la storia, non la subisce. Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario.” Sperare, quindi, significa agire insieme per il bene comune. 

lunedì 2 gennaio 2012

Pace giovane

In piedi allora, costruttori di pace”, gridava all’Arena di Verona nel 1989 il vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, allora presidente di Pax Christi Italia e fondatore di Mosaico di Pace. “Sono interni alla nostra fede i discorsi sul disarmo, sulla smilitarizzazione del territorio, sulla lotta per il cambiamento dei modelli di sviluppo che provocano dipendenza, fame e miseria nel Sud del mondo, e distruzione dell’ambiente naturale!”. E concludeva: “Coraggio! Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere, ma neppure costruire, che lalogica del disarmo unilaterale non è poi così disomogenea con quella del Vangelo, che la nonviolenza attiva è un criterio di prassi cristiana e che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena… se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremmo lucignoli fumiganti invece di essere ceri pasquali”.
Coraggio, giovani! Riprendete in mano l’antico binomio biblico: pace e giustizia. è lo stesso papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (1 gennaio 2012) che vi invita a educarvi vicendevolmente alla pace e alla giustizia. “La pace oggi – amava dire don Tonino Bello – si declina inesorabilmente con la giustizia e con la salvaguardia del creato”.