mercoledì 31 agosto 2011

Manovra economica: tagliate la spesa militare!

Non è un discorso ideologico ma di utilità pubblica.
Flavio Lotti: "Sul tavolo della manovra ci devono finire anche queste spese. Ecco dieci ottime ragioni per farlo. Per questo il 25 settembre marciamo da Perugia ad Assisi."


Non è un discorso ideologico ma decisamente pragmatico. Non è un problema di coscienza ma di utilità pubblica. E' venuto il tempo di tagliare e rivedere completamente la nostra spesa militare. E' giusto continuare a spendere in questo modo 24 miliardi di euro all'anno? Ce lo possiamo permettere? E' questo il modo migliore per garantire la nostra sicurezza? Oppure ce ne sono altri?

La prima domanda che sorge spontanea è: possiamo permetterci di ignorare ancora il problema? La risposta è no: non c'è un solo capitolo del bilancio dello stato che può passare indenne da una seria revisione pubblica. Tanto più quando si continua a chiedere agli italiani di stringere la cinghia e la discussione sui tagli assomiglia a una guerra balcanica.

Secondo. 24 miliardi sono una somma enorme e ogni tentativo di censurare o stroncare sul nascere anche solo la discussione su questi soldi non è solo attentato non alla democrazia ma un ostacolo insormontabile posto sulla via di uscita dalla crisi. Le spese militari devono dunque essere messe sul tavolo della discussione alla pari di tutte le altre spese dello stato. E' accaduto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia e Germania. Perché non deve succedere in Italia?

lunedì 29 agosto 2011

Il mondo in azione con Avaaz.org!

Ciao a tutti!
Vi segnalo questo sito a mio parere importante.
Solo con un semplice click possiamo davvero essere partecipi di un grosso cambiamento! E' uno strumento molto potente, usiamolo tutti!

http://www.avaaz.org/it/about.php






venerdì 26 agosto 2011

Manovra bis: p. Zanotelli, perchè silenzio su spese militari?

sabato 20 agosto 2011

Sicilia: sempre meno spazi per l’informazione indipendente

L’Università di Catania ha ospitato per diversi anni due importantissime realtà dell’informazione indipendente locale: Radio Zammù e il giornale telematico Step1, entrambe ospitate nell’aula 24 della Facoltà di Lettere. In una città dove domina il “monopolio informativo” di Mario Ciancio Sanfilippo, le due testate sono state due preziosissime voci.Purtroppo “sono state” perché entrambe nei mesi scorsi sono state costrette alla chiusura.

Leggi tutto su unimondo.org

giovedì 18 agosto 2011

esperienza a Mazara del Vallo

carissimi amici del collettivo PX,
voglio rendervi partecipi di quello che,piuttosto casualmente, mi è capitato quando mi trovavo a Mazara venerdi 12 agosto con il mio amico Giovanni che mi ha ospitato (in modo esclusivamente
spuperlativo, come tutti i Siciliani) e scarrozzato in buona parte della Sicilia occidentale.
Dunque mi trovavo nella piazza del Duomo di Mazara, quando ho incrociato nientemeno che il vescovo, mons. Mogavero: Mi sono fatto coraggio e l'ho fermato per dirgli che facevo parte del collettivo di PX con il quale pochi giorni prima aveva avuto un collegamento skype a Catania. Lui si è mostrato contento di vedermi e io non ho mancato di rinnovargli il nostro ringraziamento per le parole che ci ha detto e per il meraviglioso e coraggioso lavoro che svolge a favore degli immigrati. Mi sembrava importante far conoscere a tutti voi questo fatto.
A presto....a Perugia, Gianni

martedì 16 agosto 2011

L'Africa derubata, i comboniani denunciano

Dura presa di posizione della Congregazione e dei suoi vescovi contro la ininterrotta e continua spoliazione di un continente bramato e saccheggiato sistematicamente delle sue risorse naturali. Con i silenzi di molti. Anche della stessa Chiesa.

È un appello. Dei vertici comboniani, riuniti a Gerusalemme. Rivolto ai grandi del mondo. Ma anche alla stessa Chiesa, «che non può tacere. Deve parlare». Deve denunciare la spoliazione di un continente, l'Africa, bramato e saccheggiato sistematicamente delle sue risorse naturali.

Un appello che arriva dopo una settimana, nella città israeliana, di convivenza e di riflessioni dei vescovi missionari comboniani, con il Padre Generale, Sanchez G. Enrique, e con la madre generale, Luzia Premoli, dei due Istituti comboniani. Una presa di posizione netta, la loro, e che nasce dal constatare la drammatica situazione in cui vive la maggior parte delle popolazioni africane.d

Nell'appello c'è un richiamo alla corsa sfrenata alle «risorse naturali delle foreste africane, del suo sottosuolo, così ricco in petrolio, diamanti, uranio, oro, coltan, ecc », con le «autorità locali, disposte a svendere i loro diversi paesi, in contraccambio di tornaconti personali, etnici o di partito».

Per i comboniani «tutto è basato sulla menzogna (...). Sconcertante è il disprezzo per le condizioni di vita sempre peggiori delle popolazioni che sono presenti sul luogo. Arroganti e violente sono le espropriazioni selvagge di terre, a scapito specialmente dei più poveri come i contadini. Numerosi pure sono i conflitti fondiari e sociali con frequente perdita di vite umane. Graduale è la sparizione dei valori della solidarietà a vantaggio di un profitto individuale, sfrenato e senza regole. Impressionante è l'aumento della corruzione a tutti i livelli».

Le nuove ricchezze dell'Africa, così, invece di servire per la lotta alla povertà «sono servite e servono apertamente al degrado, alla sperequazione, alla compera delle armi, alimentando così conflitti interminabili».

Ma l'appello comboniano chiama a una forte presa di posizione anche la Chiesa di Roma. Il cui silenzio, su questi temi, non è più tollerabile. «Sentiamo che la Chiesa non può tacere, ma deve parlare. In nome di Gesù di Nazareth, che in questa terra della Palestina ha predicato l'amore per gli ultimi, anche a lei compete il diritto di domandarsi e domandare: "A chi appartengono le risorse naturali dell'Africa?"».


Fonte: nigrizia.it




giovedì 11 agosto 2011

Italia, servono miliardi? Risparmiamo sugli armamenti

E' partita la caccia a 17 miliardi per risanare il bilancio entro il 2013. Perché non iniziare rinunciando a spendere 16 miliardi per l'acquisto di 131 inutili cacciabombardieri?

vedi tutto l'articolo su peacereporter.net

Londra, una rivolta consumista

Non ha credo né colore questa grottesca English Summer che segue il sangue e la gioia dell’Arab Spring
Di Alex Franquelli, da Londra
A Damon scappa da ridere. Intrappolato tra la folla nella quale s'era cacciato poco prima più per curiosità e spirito di emulazione che per un reale bisogno di manifestare il proprio sdegno. Mi guarda e sorride.
Penso che capisca di sembrare ridicolo coi suoi 14 anni negli occhi e una mazza da cricket tra le mani. Invece mi vede, mi chiama e tira un calcio alla grossa serranda in ferro del negozio di videogames. "Se riesco a coinvolgere altra gente la possiamo aprire e prendere giochi e consolle. Purtroppo però sono qui dalle 8 di sera e sembra che a nessuno interessi".
La "gente" è tutta attorno e corre frenetica come se qualcuno avesse annunciato che la città sarà un territorio senza regole e leggi ancora per poco, come se ognuno avesse nella mente una lista dei desideri pratici da esaudire prima che la tregua finisca e la strada torni nella sua quiete controllata.
I commenti dei media, dei sociologi e persino quelli delle stelle dello sport milionario arrivano il giorno dopo, quando il calore della notte si è ormai confuso con quello del giorno e la luce apre gli occhi dei londinesi sulle macerie delle ore prima.