E' un pedagogista brasiliano che ha sempre lottato per la liberazione sociale e politica del suo popolo, che nella "Pedagogia degli oppressi" scrive – cito a memoria – che la più profonda oppressione di cui un oppresso si deve liberare, attraverso il processo di coscientizzazione, è quella di pensare i pensieri del suo oppressore.
Siamo ancora qui.
Quando usi la violenza dentro le manifestazioni puoi anche mettere a ferro e fuoco una città, fare terreno bruciato intorno a te, "conquistare" una piazza per qualche ora, ma hai irrimediabilmente perso. E' il sistema contro il quale immagini di lottare che ha vinto su tutti i "fronti", reali e simbolici, a cominciare da quello più importante di aver potuto trasformare le questioni politiche in questione di ordine pubblico, cioè nel suo ordine.