venerdì 21 ottobre 2011

Breve lettera ad un amico del blocco nero. Mio avversario


Amico del blocco nero hai mai sentito parlare di Paulo Freire?
E' un pedagogista brasiliano che ha sempre lottato per la liberazione sociale e politica del suo popolo, che nella "Pedagogia degli oppressi" scrive – cito a memoria – che la più profonda oppressione di cui un oppresso si deve liberare, attraverso il processo di coscientizzazione, è quella di pensare i pensieri del suo oppressore.
Siamo ancora qui.
Quando usi la violenza dentro le manifestazioni puoi anche mettere a ferro e fuoco una città, fare terreno bruciato intorno a te, "conquistare" una piazza per qualche ora, ma hai irrimediabilmente perso. E' il sistema contro il quale immagini di lottare che ha vinto su tutti i "fronti", reali e simbolici, a cominciare da quello più importante di aver potuto trasformare le questioni politiche in questione di ordine pubblico, cioè nel suo ordine.

lunedì 10 ottobre 2011

La pace ha il volto delle donne d’Africa!


 

 Roma, 7 ottobre 2011

Il Nobel per la Pace 2011 è stato assegnato a due donne africane e una yemenita, alla presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf, alla sua compatriota Leymah Gbowee e alla yemenita attivista per i diritti civili Tawakkul Karman. Sono tre icone che rappresentano tutte le donne, che oggi festeggiano il riconoscimento del loro cammino e impegno quotidiano per la pace! L’Africa che cammina. L’Africa che porta sulle spalle il proprio continente. L’Africa in piedi che guarda avanti verso il futuro.

venerdì 7 ottobre 2011

martedì 4 ottobre 2011

Abu Mazen: discorso all’Assemblea Generale dell’ONU

di Abu Mazen

I reaffirm today my sincere congratulations, on behalf of the Palestine Liberation Organization and the Palestinian people, to the government and people of South Sudan for its deserved admission as a full member of the United Nations, wishing them progress and prosperity.
Excellencies, Ladies and Gentlemen,
The Question Palestine is intricately linked with the United Nations via the resolutions adopted by its various organs and agencies and via the essential and lauded role of the United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East – UNRWA – which embodies the international responsibility towards the plight of Palestine refugees, who are the victims of Al-Nakba (Catastrophe) that occurred in 1948. We aspire for and seek a greater and more effective role for the United Nations in working to achieve a just and comprehensive peace in our region that ensures the inalienable, legitimate national rights of the Palestinian people as defined by the resolutions of international legitimacy of the United Nations.

lunedì 3 ottobre 2011

Intervista impossibile ad Aldo Capitini, maestro di nonviolenza



Anticipando la Giornata della nonviolenza indetta dalle Nazioni Unite nel 2007 e celebrata il 2 ottobre nel non casuale anniversario della nascita di Ghandi presentiamo questa “Intervista impossibile” ad Aldo Capitini a cura di Elena Buccoliero. Le risposte di Aldo Capitini sono tratte dalle sue opere principali.
Era il 24 gennaio 1961…
Dalla grande terrazza della sua casa gli occhi di Aldo Capitini si posano lontano. Le grosse lenti non servono, per seguire l’immagine che si snoda dinanzi ai suoi occhi. Eh sì, la prima fu da Perugia ad Assisi, il 24 settembre 1961, promossa dal Centro di Perugia per la nonviolenza che invitò a prender parte persone e associazioni politiche e religiose di ogni tendenza, e pose come condizione non la propria ideologia, ma l’assenza di ogni fatto o accenno violento in quelle ore. Ed effettivamente la marcia, oltremodo varia, fu oltremodo composta, pur festante. L’accompagnai per i primi sei chilometri ed era soltanto festosa; alle porte di Assisi la ritrovai calda, energica, pulsante; muovendosi aveva acquistato entusiasmo e forza.
Che cos’è una marcia della pace?
Un’ampia comunità momentanea e in movimento. La marcia è una manifestazione dal basso, al livello minimo, che tende a comprendere tutti. È assolutamente nonviolenta, cioè priva di armi; il simbolo della moltitudine povera, che sa di essere nel giusto, che accomuna volentieri tutti. Queste manifestazioni uniscono persone diversissime e hanno una certa serenità anche per collocarsi nei paesaggi. Sono un esercizio fisico nel quale il popolo si sente a suo agio poiché è più forte e non ci sono discorsi difficili.

domenica 2 ottobre 2011

Italia: 2 ottobre una giornata di “disarmata” nonviolenza


A una settimana dalla Marcia Perugia - Assisi che ha visto 200mila persone disarmate e in nome della “pace e della fratellanza dei popoli” camminare per raccontare un’idea di pace ricordata anche nellamozione conclusiva, si celebra oggi con iniziative in tutta Italia la Giornata della nonviolenza indetta dalle Nazioni Unite nel 2007 in occasione dell’anniversario della nascita di Mohandas Karamchand Ghandi. La giornata è un’occasione da cogliere per poter diffondere la conoscenza delle lotte nonviolente e cercare di trovare insieme delle soluzioni possibili in questa direzione.
Per Conexión un progetto che a Torino intende affrontare temi quali il dialogo tra le culture, la lotta contro la discriminazione e la violenza, la giornata di oggi assume un significato particolarmente interessante. “In questo periodo storico denso di avvenimenti di portata eccezionale, basti pensare alle rivoluzioni nei paesi arabi e al movimento degli indignados spagnoli, oppure ai manifestazioni all’Aquila, a Napoli e in Val di Susa è quanto mai utile e necessario parlare di nonviolenza. Molti di questi movimenti si ispirano alle teorie e alle pratiche nonviolente, anche se dai mezzi di informazione appare sempre in primo piano quella parte, minimale, che si lascia andare a risposte compulsive e inutili”.
Ci sono lotte lunghe e difficili, “ma una delle caratteristiche della nonviolenza - ha spiegato Conexión - è proprio il fatto di non desistere nonostante le batoste, bensì continuare con forza e costanza”. Come diceva Aldo Capitini, infatti, la nonviolenza guarisce la politica dalla sua fretta e impazienza e per questo la giornata di oggi “sarà un’ottima occasione per creare coesione tra persone e realtà diverse a difesa del bene comune, dei diritti umani, del territorio, della dignità.
 Marceremo insieme per le vie di Torino, attraverso luoghi simbolici e significativi, e chiederemo con forza di essere ascoltati e di essere considerati”.