sabato 26 novembre 2011




La colomba della pace nell'installazione umana di studenti palestinesi. Gerico, Cisgiordania
Fonte: peacereporter.net

venerdì 25 novembre 2011

Storia di Adama, donna e clandestina (firmate l`appello!)

di ILARIA VENTURI  (da La Repubblica.it, 25 novembre 2011)

Quando ha chiamato i carabinieri per denunciare di essere stata derubata, stuprata e ferita alla gola dal suo ex compagno le hanno controllato i documenti. E poiché non aveva le carte in regola, l'hanno rinchiusa al Cie, il centro di identificazione ed espulsione, di Bologna. È la storia di Adama, donna migrante arrivata in Italia nel 2006, lasciando quattro figli in Senegal da mantenere. La storia che nella Giornata contro la violenza alle donne le associazioni Migranda e Trame di Terra denunciano a gran voce: "Una doppia violenza come donna e come migrante".
Con un appello, che corre in rete (www. migranda. org), a tutte le donne e alle istituzioni cittadine: "Liberate subito Adama dal Cie, concedetele un permesso di soggiorno che le consenta di riprendere in mano la propria vita".

martedì 22 novembre 2011

Il Pil non cresce? Cambiamolo


di PAOLO CACCIARI

Dopo Sarkozy e la Commissione Europea (vedi la direttiva: “Oltre il Pil: misurare il progresso in un mondo in cambiamento”), ora anche Cnel e Istat (presieduto da Enrico Giovannini) si stanno dando da fare per  abbandonare il  Gross National Product al suo destino di inutilità. Se andate in www.misuredelbenessere.it potrete esprimere le vostre preferenze per caratterizzare il “Benessere” persino in modo “equo e sostenibile”. Un gioco di società, a dire il vero, non troppo fantasioso se i blocchi concettuali proposti (“domini”) per gli “indicatori di progresso” proposti, le nuove “tavole” intersettoriali che dovrebbe oggettivare la qualità della vita di ognuno di noi, sono: ambiente, salute, benessere economico, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, educazione e formazione, benessere soggettivo, relazioni sociali, sicurezza. Se manca qualche cosa, scriveteglielo. Promettono che sarete tenuti in considerazione.
Insomma, se i soldi non ci sono più (come lo è per la maggior parte di noi), meglio cercare la felicità in qualche cosa che sia più economica, indipendente dalla crescita del Pil.

venerdì 18 novembre 2011

Considerazioni oltre Berlusconi

Vedo in giro un’euforia forse eccessiva intorno all’epilogo dell’era Berlusconi. La sua fine, sia chiaro, l’abbiamo auspicata in molti ed ora che l’uomo di Arcore è costretto a farsi da parte per la propria incapacità di gestire una situazione complessa e che il suo governo ha contribuito a determinare, non si può non tirare un sospiro di sollievo.
Ma niente di più. Nel senso che il tunnel dal quale uscire è ancora lungo, non solo perché l’eredità che ci lascia è di quelle pesanti, ma perché se Berlusconi ha potuto governare per così tanti anni vuol dire che ha avuto il consenso di un paese che si è andato smarrendo sul piano dei valori e dell’immaginario collettivo. Un’amnesia profonda, fatta di populismo e cattiveria sociale, di spaesamento e di caduta morale.
Lo dico perché i nodi di un mondo impazzito stanno venendo al pettine uno dopo l’altro senza che questi destino la necessaria attenzione. Crisi ecologica, crisi finanziaria, crisipolitica e morale dovrebbero indurci alla riflessione su quel che stiamo confezionando per le generazioni a venire, eppure ho la sensazione che ci sia una diffusa incapacità di mettere a fuoco gli avvenimenti, preferendo come al solito rincorrere le emergenze quasi che si trattasse di contingenze del tutto casuali.
Eppure quel che accade – non solo in Italia, per la verità – è così grave che non possiamo permetterci uno sguardo distratto, incapace di legare una crisi all’altra, tanto meno pensare che possiamo affrontarle nella logica del “si salvi chi può”. Ciò nonostante faticano ad emergere narrazioni all’altezza delle trasformazioni in atto su scala globale ed un progetto culturale e sociale realmente alternativo alle ragioni che hanno fatto precipitare questo nostro tempo (e questo nostro paese) in una crisi forse senza precedenti.

domenica 13 novembre 2011

Quello che ci lascia il ventennio berlusconiano


Ciò che ci lascia in eredità il quasi ventennio berlusconiano per molti aspetti non è meno orribile e disastroso di quanto lasciò il ventennio fascista. L'aspetto più grave, innanzitutto, è che nessuno è veramente in grado di stabilire un quadro esaustivo del disastro anche perché molte degli innumerevoli atti e delle loro nefaste conseguenze restano ignorati o peggio non riconosciuti tali. Il berlusconismo, infatti, non è caduto dal cielo e ha avuto una straordinaria pervasività a tutti i livelli, in tutti i campi e fra la stragrande maggioranza di chi vive in Italia (compresi gli immigrati) perché è stato espressione di una buona parte della società italiana, ha appagato o è riuscito a far credere di poter soddisfarne le attese anche perché non c'è mai stata alcuna rigorosa opposizione capace di sbarrare veramente almeno per un momento l'ascesa al potere del campione del liberismo all'italiana. Che si tratti del capitolo delle politiche finanziarie, delle politiche economiche o industriali, della politica estera, del "governo" della sicurezza e delle polizie, delle politiche sociali (fra cui l'istituzione del precariato e di fatto la stura al boom incontrollato dell'oscillazione fra precariato e sommerso e la gestione delle migrazioni come "Italian crime deal"), che si tratti ancora della tutela della laicità o della pubblica istruzione, delle università e della ricerca, in questi come in altri capitoli il centro-sinistra che ha preceduto o alternato i governi Berlusconi ha quasi sempre messo la prima pietra o spianato la strada sulla quale poi la destra s'è scatenata a volte a tutta velocità.

venerdì 11 novembre 2011

Letter to Mr Carl Bildt, Swedish Foreign Affairs Minister

by Majed Abusalama on Friday, 11 November 2011 at 19:04

Dear Mr Carl Bildt,

My name is Majed Abusalama. I am 23 years old and I live in the Jabalya Refugee Camp, Gaza. I was born during the first Intifada, raised during the second and “found my voice” during the brutal Israeli attack on Gaza in December 2008/January 2009. So many of my friends and family members are dead as a result.  However, I have chosen the sentence “never look back” as a motto and I have decided to dedicate my life to a just peace in Palestine. 


I have been asked to write this letter on behalf of  the new generations in Palestine  because my bewilderment and disappointment reflects theirs.

lunedì 7 novembre 2011

Forum delle religioni

Vi segnalo questa buona notizia di oggi... da Milano!
Diamo spazio alle notizie, quelle interessanti e costruttive... siamo stufi di sentire parlare delle love stories del nostro Premier!
http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/11/06/foto/la_preghiera_universale_alla_loggia_dei_mercanti-24555659/1/

venerdì 4 novembre 2011

Per la festa del 4 Novembre si evitino sprechi di denaro ed esibizione di armi da guerra, veri strumenti di morte

Rete Italiana per il Disarmo chiede un miglior uso dei fondi pubblici


Comunicato ai media - Roma 3 novembre 2011

In occasione delle celebrazioni del 4 novembre – “Giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate” –  si evitino inutili sprechi di denaro, sponsorizzazioni inopportune e, soprattutto, l’esibizione e l’accesso ai minori alle armi da guerra”. Lo chiede la Rete Italiana per il Disarmo ricordando che oggi – anniversario della fine di quella guerra che in quei giorni papa Benedetto XV definì chiaramente come “orrenda carneficina” e “inutile strage” – in una situazione di forte precarietà per moltissime famiglie italiane e di effettiva povertà per oltre 8 milioni di cittadini ogni sfarzo e spreco dello Stato è uno schiaffo alla dignità delle persone soprattutto dei più giovani. 
In particolare la Rete Italiana per il Disarmo (coordinamento che raggruppa oltre 30 associazioni della società civile attive su questi temi) si riferisce all’esposizione di materiali e mezzi delle Forze Armate e della Guardia di Finanza promossa dal Ministero della Difesa al Circo Massimo a Roma dal 4 al 6 novembre. 

giovedì 3 novembre 2011

4 novembre: “Ogni vittima ha il volto di Abele”


Proponiamo che il 4 novembre con l'iniziativa “Ogni vittima ha il volto di Abele” si realizzino in tutte le città d’Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell’“inutile strage” della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.