sabato 23 aprile 2011

I.N.R.I.


Illustrazione di: J-ward
Ho trovato su Unimondo questo articolo che mi è piaciuto tantissimo... In attesa della Resurrezione
=Davide
La figura che irrompe sulla scena risulta - oggi come allora - misteriosa, quasi un alieno, o un idiota direbbe Dostoevskij, e lo si capisce dai travisamenti, dalla domanda ricorrente "chi è?" e dalla varietà delle risposte: figlio del carpentiere, nazareno, profeta, rabbì ... Persino riguardo all'accusa che lo trascina da un tribunale all'altro non c'è accordo: "che ha fatto di male?" e anche quando bisogna scrivere l'atto di condanna a morte - a giustificazione e ammonizione del popolo - si questiona.
"Gesù di Nazareth, Re dei Giudei (I.N.R.I.)" fa scrivere Pilato[1], sancendo per verità e sentenza la presunta autoproclamazione che i capi dei sacerdoti avevano abilmente costruito affinché il "braccio armato" dei romani eseguisse ciò che essi volevano.
Nell'interrogatorio, quando il governatore chiede all'imputato: "Sei un re, tu?" si sente rispondere: "Sono nato e venuto nel mondo per essere un testimone della verità, chi appartiene alla verità ascolta la mia voce" e, all'insistere di Pilato, "il mio regno non appartiene a questo mondo"[2]. Nelle due risposte consecutive c'è una contraddizione solo apparente; nella predicazione del Nazareno, nei tre brevi anni che coincidono con un viaggio da nord a sud della Palestina, da Nazareth a Gerusalemme, è costantemente presente questo binomio: verità e regalità. Qui sta l'attrito con la storia politica di "questo mondo", in cui potere e verità divergono.
Già in Galilea il dire di Gesù stupiva perché "insegnava come uno che ha autorità"[3]. E' sintomatico l'uso del termine. L'autorità è un potere di qualità particolare. Regge e guida, ma senza bisogno di spaventare e opprimere, di violenze e manipolazioni. Non conosce il "divide et impera", né maneggia quel divisore pervasivo che è il denaro. E' amore politico perchè crea unità senza togliere la libertà, porta la pace senza bombardamenti. Agisce ragionevolmente e motiva dall'interno le persone, si fa capire anzitutto dai bambini per la consonanza profonda fra il dire e l'essere.
Gesù di questa politica autorevole rimane un modello, lui che é arrivato a dire: "Io sono la verità"[4], a chiamare "suoi" coloro che "appartengono alla verità"[5], a farli pieni di speranza e di coraggio: "Il regno di Dio è in mezzo a voi"[6].

Questo tipo di autorità/verità è - oggi più che mai - segno di contraddizione e smaschera le ipocrisie e l'arroganza del potere, come la luce il buio. Così, nel prologo del suo Vangelo[7], Giovanni coglie il senso dell'irrompere della Parola nella storia e la reazione rabbiosa delle tenebre che arriva al parossismo, alla passione. "Se il mio regno fosse di questo mondo i miei servi avrebbero combattuto"[8]: l'urto con la logica della violenza è totale e totale allora si fa la testimonianza alla verità. La sua regalità cresce, cresce. Rimane solo. Quando è l'"ora" anche i "suoi" - non la Madre - lo rinnegano e fuggono.
Poi lassù, inchiodato, va oltre. Tutto si fa buio. Anche la verità scompare. Grida: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"[9].
Il venerdì tramonta e l'iscrizione "re" sovrasta un corpo senza vita.
Ci vuole coraggio.
Penso ci sia in tutti quelli che agiscono con purezza d'amore per l'interesse collettivo - ossia che agiscono politicamente - una scintilla, forse una fiamma di questo coraggio che tiene insieme regalità e verità.
Ma i tempi sono bui e la nebbia è fitta. Occorre tenersi per mano.
Fratello, come ti va? Come riesci - da cittadino, democraticamente "sovrano" - a testimoniare la verità e l'autorità che l'accompagna? E la vedi brillare qua e là, e la alimenti, anche nel tempo delle fiction, dei trasformismi, delle convenienze di gruppo e di apparato? Come ci stai alla corte dei "pilati" che nulla decidono davvero, intenti ad occuparsi del vuoto consenso? Come ci stai alla corte degli "erode" che, circondati da giullari, recitano la parodia delle istituzioni?
Dimmi, dicci. Aspettiamo risposta ... e la domenica di Pasqua.
Ilaria Pedrini da Politica Responsabile
[1] Gv. 19,19; [2] Gv. 18,36-37; [3] Mc. 1,22; [4] Gv. 14,6; [5] Gv. 18,37; [6] Lc. 17,21; [7] Gv. 1,1-18; [8] Gv. 18,36; [9] Mc. 15,34

1 commento:

  1. Caspita che bell'articolo... molto interessante l'analisi regalità e verità che coesistono nella figura di Gesù!!!

    Nel frattempo colgo l'occasione per augurare a tutti una Pasqua, come è ormai tradizione del collettivo, "consapevole"!!!

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